Architettura che si S-muove

Architettura che si S-muove [< clicca per visualizzare video] La realizzazione del video è stata possibile grazie alla gentile disponibilità del museo MAXXI che ha concesso l’uso dei suoi spazi. Questo video è stato realizzato da Silvia Cassetta per la sua Tesi di Diploma Accademico di II livello in Composizione della Danza – Accademia Nazionale di Danza di Roma. La sua indagine cerca di costruire una connessione tra la Danza e l’Architettura, sviluppando una ricerca, coreografica e teorica, che possa chiarire quando il legame tra queste due discipline sia possibile, tanto da poterne sostenere una integrazione. L’obiettivo è postulare la tesi che la danza, intesa come architettura stessa del corpo e come rapporto del movimento nello spazio, possa essere non solo messa in relazione con l’architettura ma diventare uno strumento di lettura dello spazio stesso. Il lavoro coreografico elegge il MAXXI di Roma a simbolo di movimento. In questo confronto diretto tra corpo e spazio, si sono individuati dei punti, all’interno del museo, in cui il movimento prendesse direttamente origine dall’architettura. L’analisi coreografica è stata sia di relazione architettonica con lo spazio, che percettiva, lasciando al corpo la libertà di danzare, in base alle sensazioni vissute all’interno del museo. Una celebrazione danzata della architettura di Zaha Hadid, donna irachena progettista del MAXXI. Si ringraziano FondazioneMAXXI Accademia Nazionale di Danza
Displaced

“Displaced” significa scomposta, ciò che non è nel luogo di appartenenza, che è stato spostato. Un inno alla destrutturazione dello schema, ma anche una celebrazione della forza e della speranza, di chi è lontano dalle proprie radici, alla ricerca di nuovi impianti. Il lavoro ‘Displaced’ è un dialogo continuo della danza di Silvia, con la voce ricca di prospettive di Andrea Silvia Giordano. Un connubio tra danza e suono, in cui si indaga una riflessione corporea sulle articolazioni, zone in cui due o più ossa entrano in contatto tra di loro, due elementi si uniscono e il movimento è permesso grazie ad una “unità – separata”…tra spigolosità e morbidezza. Il viaggio di questa esperienza si dirige proprio verso la ricerca di un movimento più armonioso che si muove dal frammento alla totalità, in una estensione di rinascita e ricerca di libertà del corpo e dello spirito. La voce si fa materia attraverso la danza, lascia un’impronta con la dinamica del movimento. Questo lavoro auspica al desiderio di leggere nell’idea dell’articolazione dei frammenti, una stratificazione ed una lettura diversa del rapporto con il Tempo. È un’indagine sul corpo e sul suono che riflette su quanto il frammento sia il luogo dove si possa svelare quella totalità più complessa e intrigante verso cui tutti ci muoviamo. Del resto, da un frammento si svelano le identità, in ambito scientifico, dai frammenti si riparte per ricostruirsi…ed è forse un luogo, una piccola porzione, che racchiude ogni nostra pienezza. il progetto è in fase di debutto Danza: Silvia Cassetta Musica: Andrea Silvia Giordano video di studio: https://www.youtube.com/watch?v=azaMJjfyoNU
ImProve

“ImProve” è un ‘proGetto’ in cui la danzatrice crea movimenti, in opposte dinamiche, minimi e fluidi, in successione, seguendo i suoni vibrazionali e di percussione del musicista Spallucci, secondo una prassi improvvisativa. Danza e suono, eseguiti per il pubblico, in quel momento, per nutrire le percezioni di chi assiste in maniera profonda ed in connessione con l’interiorità di chi si esprime… Il concept segue linee e grafiche ideate dalla danzatrice/architetto, per rappresentare la metafora della vita in cui si deve sempre seguire un equilibrio, dimenandosi tra slanci e direzioni diverse da un percorso lineare prestabilito, con la consapevolezza che si può raggiungere maggiore intensità e cambiamento proprio nei momenti divergenti da una linea più dritta e rassicurante. Video: https://www.youtube.com/watch?v=OwpfoxnKO80&t=121s musica: Marcello Spallucci concept e danza: silvia cassetta si ringrazia la location YOGA STUDIO ANDRIA a.s.d. di Francesca Stella, Mauro Vanni, la Blufactory per la registrazione della voce recitante i testi di Giuseppe Lopetuso, Max Palazzo per il supporto audio.
Danzasìa

“Danzasìa” è un proGetto di Silvia Cassetta, che unisce danza e poesia, dove il movimento della danzatrice è indotto unicamente dalla spontaneità: senza un repertorio coreografico, segue liberamente il ritmo e la voce della poesia, suoni naturali e musiche pregiate, che risveglino ‘corde’, vento e odori di una Terra, la Puglia, piena di contrasti e semplicità. Una voce, quella dell’attrice Stefania Armentano, è la voce per le parole di Giuseppe Lopetuso, danzate da Silvia Cassetta in una ricerca della essenza, che, si esprime attraverso la danza tra pietre, luci e ulivi nello splendido contesto del ‘Logos Festival’ a Santa Geffa, a Trani. “Carezza di un Sogno”, di Giuseppe Lopetuso è il titolo dei testi dedicati a questa Danzasìa, non vuole essere narrativo, ma indaga sulla natura, sul flusso universale che ci guida, lasciando alle parole il compito di accoglierci e salutarci con dubbi di elevazione piuttosto che certezze colme di limiti. L’ambizione è tanto semplice quanto complessa: utilizzare l’improvvisazione come prassi esplorativa, significa distaccarsi dal metodo classico, per immergersi in profondità che vengono fuori solo nel momento performativo, con una connessione tra l’impulso e la tensione verso una dimensione più sublime, in cui la danza diventa un bisogno primario, un nutrimento e un percorso spirituale di crescita interiore. Estratti di “Danzasìa” https://www.youtube.com/watch?v=JAy6Hum-5nk https://www.youtube.com/watch?v=C9IhRSYflUo https://www.youtube.com/watch?v=HRF2r2bNZZI https://www.youtube.com/watch?v=Ku93MIyG4pc&t=1s Si ringrazia Massimo Palazzo per il suono, Anna Tronci per le riprese Video e il Parco Santa Geffa a Trani (Bt)
Pulse

“Pulse”, è il primo progetto di un desiderio di produrre una serie di “pulsazioni” nelle architetture, negli spazi condivisi, tra i materiali, tra i muri, per andare oltre il progetto architettonico e far diventare il corpo “una matita che ri-disegni nuovi luoghi e speranze”. Un corpo che racconta tutta la complessità della figura femminile nel mondo contemporaneo, una donna che rinasce dai sui stessi conflitti con superfici metalliche e dure, metafora di una realtà sociale attuale spesso fredda, che non risponde o non sa come rispondere, ai contenuti umani. La danza di Silvia, vuole essere una celebrazione di un percorso che forse non è solo individuale, ma comune ad ogni donna che voglia confrontarsi con una realtà, spesso dura, in cui inserirsi con una morbidezza espressiva, talvolta in contrasto con la propria corazza. Il corpo rinasce attraverso la danza che si oppone alla durezza, per esprimere nuove consapevolezze, per rafforzare il significato di essere Donna…tutto in un unico ‘velo’ rosso che danza nell’architettura di oggi. L’architettura del corpo, la danza, diventa l’anima di architetture, abbandonate o estremamente contemporanee, ma l’esplorazione fisica dello spazio non basta a ritrovare il proprio spirito ed ecco che attraverso la danza di un corpo che cerca una nuova espressione del sé, Silvia Cassetta indaga sui dettagli, sui micro spostamenti dei suoi movimenti, sul suo corpo, per trasformarlo in un elemento di connessione estrema e totale con l’architettura. Ecco che si crea una dinamica, fatta di rinnovamenti, pause, ritmi, intersezioni, che si dispiegano attraverso la danza e gli spazi tra l’edificio e la città. Luglio 2019 Video del progetto: https://www.youtube.com/watch?v=_6550YsBb_g dancer: Silvia Cassetta video: HOBO SdC location: Città del Sole, Roma, by Labics
una scia d’anima

Qualcuno disse che la danza non si può fotografare … ma forse l’ Anima sì… In queste foto di Giulia Barone, fotografa in residenza durante “Dare Vita Dare Forma”, diretta da Stefano battaglia, si fissano gli istanti danzati come fossero delle scie, contenenti tutto l’anelito di catturare un’ espressività altrimenti destinata a concludersi. La speciale fotografia di Giulia Barone, ha espresso l’idea di movimento e di disegni nell’aria …che la danzatrice Silvia cerca spesso in se stessa. Attraverso la danza, qui è fotografata un’essenza, una vibrazione, un respiro, una scia … Credits foto: Giulia Barone Credits “Dare Vita Dare Forma” (Mattatoio, Maggio 2019): Stefano Battaglia dancer: Silvia Cassetta
DareVita DareForma

“Dare Vita, Dare Forma” è il nome progetto sull’improvvisazione tenuto da Stefano Battaglia, inteso come momento performativo multidisciplinare su danza, musica, arti visive, teatro. Una settimana in ‘residenza’, con altri artisti, diretta dal pianista Battaglia, nel teatro “La Pelanda”, presso gli spazi del Mattatoio a Roma – Maggio 2019. Un sentito grazie per il video a Giulia Barone. Credits: Stefano Battaglia, Mattatoio Roma Credits foto: Luca Milan Credits foto: Giulia Blasi (ultima foto) Estratto della restituzione al pubblico: https://www.youtube.com/watch?v=emjY0dtYMos
Lightness

Lightness 2018 “DanzaèArchitettura” “E’ nel buio che devi guardare, con disobbedienza, ottimismo e avventatezza” (M. Yourcenar) Il progetto Lightness “DanzaèArchitettura”, nasce dalla volontà di continuare un percorso costante sulla relazione tra la danza e l’architettura. Una ricerca fatta di riflessioni sulle forme, di studio di luci ed ombre, Lightness 2018 è la voglia di non affrontare più l’ombra come il buio di se stessi…ma di provare a giocarci e a muoversi con lei, con un respiro di rinascita continua. Silvia Cassetta danza, sulla base di linee e disegni da lei stessa studiati, in un connubio giustificato dal senso che la danza scolpisce lo spazio …come l’architettura segni e materiali. In Lightness delle parole si susseguono in un viaggio tra luce, forme ed ombre … dove le braccia sono protagoniste…quasi a voler gridare un desiderio di avere delle ali, che gli uomini non hanno, se non nella loro mente, per essere davvero liberi….La scelta della parola lightness è data alla voglia di indicare sia la luminosità che la leggerezza, una levità sinonimo di un’ ‘essenza’ necessaria per affrontare la vita. Il design è in stretta relazione con la forma corporea e le coreografie sono appositamente studiate per esprimere il significato delle linee. In questo progetto il corpo danza con la sua ombra, non ne ha più paura, le braccia disegnano forme nello spazio, la Danza le ESprime e l’Architettura le IMprime… Il progetto è stato selezionato per la performance finale di MArte Live, Roma, nel 2018, tra i 7 finalisti. Video del concept: https://www.youtube.com/watch?v=y7h7u_7ETAw&t=8s
Tesi del Master alla SPD

“Pausa d’Arte”, un concept espositivo per Alias. Questo progetto è sia danzato che architettonico, è stato eseguito durante il Master in “Interior ed Exhibit design” a Milano (SPD) che Silvia frequenta nel 2008. L’obiettivo del laboratorio di progettazione era elaborare un’ idea su un concept espositivo per la valorizzazione dei prodotti di design “Alias”, progettando sia lo spazio all’interno dello show room esistente, che la comunicazione per un evento rappresentativo. Il Progetto svolto lavora sull’identità Alias, l’idea è quella di realizzare uno spazio dove si possano valorizzare le caratteristiche dei prodotti senza esporli direttamente, ma sottolineandone il concetto attraverso la suggestione di coreografie, evidenziando il significato espressivo delle forme. Si sceglie, dunque, di elaborare forme danzanti sulla base della forma dei mobili dell’azienda, per rivelare “un potenziale dinamico pronto ad esplodere”. Pertanto si riflette sui i prodotti che maggiormente esprimono questa caratteristica: La Segesta, La TT, La Long-Frame, in seguito si elaborano le corrispettive forme evocative, attraverso la danza. Alla sagoma finale del mobile scelto, si arriva attraverso una dinamica di percorso da una linea dritta del corpo fino al raggiungimento della corrispettiva evocazione, tramite l’uso del linguaggio classico sulle punte unito però al “teatro dell’ombra” contemporaneo. Gli oggetti hanno così delle coreografie create esclusivamente per il loro design. Lo spazio per la proiezione è studiato in modo da rivelare i mobili senza esporli direttamente dall’interno, svelando, attraverso un telo, solo forma e concetto. L’interazione con il prodotto avviene attraverso tagli spaziali su tele da proiezione. L’obiettivo dell’allestimento è quello della scoperta emozionale, preceduta da una “curiosità indotta” dalla suggestione delle immagini in movimento. Progetto architettonico: Silvia Cassetta, Alessio Gloria e Teobaldo Piluso, Coordinato dal Prof. Paolo Cesaretti, Assistente Manuel Viliotti, ‘Master in Interior ed Exhibit design’ presso la Scuola Politecnica di Design. Milano 2008 Video e foto: Beatrice Laurora Concept danza e performer: Silvia Cassetta Video di esposizione del progetto: https://www.youtube.com/watch?v=-7pt3RNZS2s