Silvia Cassetta

Così divisi, così interi

Così divisi, così interi…   L’unico modo che ho di viverti è danzare nei  vuoti che ci separano s. ——————————————————————————————————————————————– danzando l’ opera di yvonne ekman:             https://vimeo.com/463190967    foto di Sandro Cristallini  

piantaLibera

“piantaLibera” è un progetto danzato su cui sto lavorando, nato da una riflessione sui confini architettonici che possono influenzare  i movimenti e dal desiderio di danzare libera nello spazio. E’ anche una riflessione sul condizionamento tra il movimento e i materiali, le superfici. Ho scelto la mia planimetria preferita di un architetto ‘simbolo’, come ‘misura’ ideale di sperimentazione… Il progetto è in fase di studio… (Aprile 2020) 

vuoto

  un giorno scattai questa foto di un mare lontano, oggi ho parole nuove che cancellano ricordi per creare un vuoto rigeneratore … (Roma, 17 Aprile 2020)  

PULSE

Raccontare un dolore, un’emozione, una rinascita, un’identità. Qualcosa di personale….e danzarlo. In “PULSE” il movimento è indotto unicamente dall’ improvvisazione, senza coreografia, per esprimere un’ identità il più possibile intima e reale. https://www.youtube.com/watch?v=_6550YsBb_g    dancer: Silvia Cassetta  video: HOBO SdC    music: “Easy” by Son Lux  location: Città del Sole, Roma, by Labics

ἄνεμος

Dare Vita e Dare Forma _ (14-19 Maggio 2019) : un “laboratorio di improvvisazione”,  in un luogo con un Genius Loci potente: il Mattatoio di Roma, nel Teatro La Pelanda, la cui scena è un “VUOTO” trasparente, di profondità, una prospettiva che allarga lo spazio, che sembra “urlarti” dentro, come un’Eco, che hai una responsabilità su quel vuoto, nel luogo teatrale di una Città, nel luogo di tutti, ma che è anche il “tuo” luogo, il tuo spazio, dove l’intimità della “tua” arte è offerta al pubblico, come un rito di devozione, di mistero …. dove l’unico sforzo richiesto … è l’Onestà intellettuale, artistica e del corpo. Improvvisare… significa lasciarsi andare all’espressione, in accordo o in disaccordo con una musica,  un susseguirsi di note che, come  lame o un delicato sussurro, permettono al corpo di “costruire” una forma IRRIPETIBILE ed unica, perchè appartiene solo a quell’esclusivo momento di creazione …  Tutto questo è possibile solo se a guidarti in questo percorso di esplorazione, c’è un Maestro come Stefano Battaglia, un’ anima in cui si connettono musica, poesia, filosofia, regole e destrutturazione, armonia e scomposizione.  Come danzatrice e architetto ho sempre cercato il connubio tra Danza e Architettura, dimenticando che il movimento non può essere “fissato” in una forma, altrimenti non esiste movimento, non esiste energia … Questa Energia, invece , l’ha trovata la speciale fotografia di Giulia Barone, che in questo laboratorio ha espresso ciò che cercavo pensando alla danza e alle forme. Quello che nel Bauhaus  gli artisti inseguivano, l’idea di uno spettacolo totale, è successo in questo laboratorio, quello che i futuristi cercavano di esprimere nei loro quadri è stato “catturato” dall’obiettivo di Giulia…quello che cercavo in me stessa, attraverso la danza, si è rivelato con la voglia di esprimere un’essenza, una vibrazione, un respiro. E’ rimasta l’Emozione di aver chiuso gli occhi, di danzare, provando la responsabilità di restituire un po’ della bellezza che ho respirato durante questa esperienza; una bellezza fatta degli sguardi dei perfomers che ho incontrato, impauriti e potenti, al tempo stesso…una meraviglia delle note che ho ascoltato,  dei suoni che mi hanno scosso, dei colori che mi hanno incuriosita, dei materiali che ho respirato. E’ rimasto un segno…un segno che l’improvvisazione può essere un gesto creativo che arriva all’anima solo se è connesso alla propria interiorità, fatta di tutte le contraddizioni possibili e di tutte le moltitudini che ci distinguono… Qualcuno disse che la danza non si può fotografare … ma forse l’ Anima sì…  queste foto … sembrano “suonare”, di un’ identità bella come l’insegnamento di Stefano Battaglia  che ci ha “diretti”…   photo Credits: Giulia Barone  dancer: Silvia Cassetta            

una chicca trovata per caso

 “Venezia è una città in cui ci si puo’ perdere, ma puo’ essere una culla” (P. P.) … una città che protegge e racchiude un’energia speciale se la si percorre facendosi guidare dal cuore. “Dance this way”, una chicca trovata per caso, è la speciale esposizione ospitata dalla Galleria d’Arte Contini. Le foto sono di un fotografo d’eccezione che con “umiltà e onore” si allontana dalla perfezione dell’immagine netta, restituendoci le sensazioni piu’ interessanti della danza: il movimento, la fluidità, la vibrazione.     Se il fotografo in questione è Mikhail Baryshnikov… l’atmosfera che si respira osservando queste foto quasi sospende il tempo… I colori non sono eterei da balletto classico, ma vivaci e scintillanti, quasi si puo’ rivivere l’energia dei ballerini. Qualcuno disse che non si puo’ fotografare la danza… ma si possono fotografare gli istanti, e le emozioni restano impresse con tutta la bellezza della casualità, offerta da  ‘movimenti-fermi’, altrimenti inosservabili, se non nel momento stesso in cui si catturano attraverso la fotografia.     E’ un connubio difficile, ma sensazionale…     Basta un respiro a volte per riconoscersi, basta la fotografia di un velo in movimento per sentire la leggerezza dei passi …    Il Danzatore d’eccellenza che fotografa, in questo caso, rende piu’ potenti queste opere, la tecnica utilizzata ne valorizza il risultato, quasi volutamente acquerellato; tutte le foto, infatti,  sono state stampate a “pigmento Archival su carta per incisioni Canson Edition”. Non ci vuole solo un fotografo per fare foto speciali, ma un’ anima che vuole imprimere dei significati, senza perdersi … danzando per trovare la strada giusta… _______________________________________________________________ Si ringrazia la gentile Paula Parmeggiani, della Galleria Contini di Venezia San Marco, 2765 – Calle dello Spezier (Campo S. Stefano) http://continiarte.com/ paula@continiarte.com    

una Biennale Severa addolcita dalla Danza

Una Biennale d’Architettura come l’Architettura dovrebbe essere… ci voleva Rem Koolhaas per mettere in ordine i FONDAMENTALI elementi che compongono gli spazi e per ricordare agli architetti che conta piu’ il progetto che essere archistar, conta piu’ la composizione delle città che le sculture architettoniche.     Le critiche erano scontate … ma io credo che questa Biennale sia  RIBELLE, perchè azzera tutto il frastuono del “design laccato” che ci circonda e finalmente fa tabula rasa. Sollecita un po’ la coscienza degli architetti… Al termine del primo giorno di visita ho deciso di tornare di nuovo il secondo perchè un giorno non basta… bisogna perdersi e lasciarsi bombardare da tutte quelle informazioni che alla fine ti confondono ma ti  IMpongono delle domande.  “Fundamentals” il titolo… perchè abbiamo perso i fondamentali, distratti da tutto il caos che sovrappone l’effimero all’essenziale…. FUNDAMENTALS, che ricorda anche nel nome le Fondamenta di Venezia, è divisa in: Elements of Architecture (dove sono esposti gli elementi fondamentali dell’architettura… è quasi un catalogo in scala 1:1) Absorbing Modernity        (come i principali Paesi hanno reagito e costruito la modernità… è quasi una fiera) Monditalia   (come l’Italia ha espresso la sua Architettura… è la parte piu’ poetica in cui si  assiste alle prove degli                   spettacoli  della sessione danza diretta da Virgilio Sieni)                      La Danimarca  ci ricorda che alcuni dei principali elementi di estetica sono connessi alla natura, legni, profumi e il candore del bianco ci conducono verso un mondo semplice, bianco e naturale.       L’Architettura è una cosa Seria….che necessita di poche regole, le piu’ essenziali, le piu’ decise… La fluidità e la poesia sono lasciate alla danza, che sembra dare il giusto equilibrio allo spazio, lo  risolve e forse gli conferisce un’ identità persa. La Danza restituisce  i rapporti tra pareti anonime che compongono spazi … perchè;   l’ architettura, in fondo,  ha bisogno della Vita per essere felice …    

Who can Jump…Design

http://   …quando non esiste limite tra la forma, la musica e la danza  e le linee si trasformano in “segni”. Ogni anima è libera di creare forme, vince chi Osa, fondamentale la levità, chi sa Saltare… Disegna.    (S.C.)

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