Cartoline dal Sud
Clever-Rebel si interroga: Abbiamo fatto diventare di moda anche il riciclo? Si rischia di perdere la qualità se non si adopera una selezione anche tra le cose dimenticate? L’abbandono è sempre dovuto alla scelleratezza della mancanza di pianificazione oppure è anche il risultato di una naturale perdita di interesse verso progetti/capannoni non adeguatamente sofisticati tali da avere TUTTE le caratteristiche dell’ eternità della buona architettura che si impone sul Tempo ? La delicatezza consiste dunque nel progetto e nell’obiettivo finale: non è nella scelta del recupero. La soluzione è considerare “tabula rasa” anche cio’ che si deve riciclare? La bellezza dei contrasti è piu’ interessante se il nuovo coesiste con il pre-esistente, definendo NETTAMENTE la sua differente identità, senza confondere con ibridi rattoppi e strane sovrapposizioni. Ha senso contenere e non intersecare. Senza catarsi, non puo’ esservi rigenerazione. (s.c.). Ecco un punto di vista: di Alberto Ferlenga, Architetto e docente presso lo IUAV: “Qualche volta gli edifici, come i materiali o alcune storie sarebbe meglio lasciarli morire, almeno ci lascerebbero buoni ricordi piuttosto che pessime mistificazioni. Non sempre il riutilizzo di una casa o di una fabbrica è cosa di per sé auspicabile considerando soprattutto che il suo costo supera di molto quello di una nuova edificazione e che spesso il risultato trasferisce al campo del recupero il cattivo gusto imperante in quello del nuovo. Di fatto, la maggior parte delle brutture presenti nelle aree più delicate del nostro paese appartiene sempre più al campo del riuso. Qui è la finzione a farla da padrone: finte masserie o cascine o fabbriche, materiali usati contro la loro natura, spazi snaturati e soprattutto differenze d’origine costrette ad una noiosa omogeneità dalla moda del riciclo e dallo scadere nel folclore, sia che esso venga determinato dall’uso di vetri e corten che da legni e pietre. Ciò che, come sempre, fa la differenza è la qualità del progetto. Per lavorare con ciò che già esiste non è sufficiente una conoscenza tecnica convenzionale. Serve una cultura specifica e una sensibilità allenata che sappia comprendere la vera natura degli edifici indipendentemente dall’epoca cui appartengono e soprattutto vedere le relazioni di cui sono sempre parte e le differenze che ognuno di essi esprime. Non si tratta di conservare corpi imbalsamati o materiali esausti ma di assicurare una continuità di vita che valorizzi i significati passati attraverso il rapporto con forme e significati contemporanei. Un riuso virtuoso è quello in grado di riallacciare legami tra un territorio e una costruzione, tra una città e un edificio, un riciclo inutile è quello che restituisce oggetti e solo oggetti, che si sommano ad altri in un catalogo di forme indifferenti”. I luoghi, abbandonati e fotografati, sono a Trani (BAT), http://www.knowarchitecture.it/ sta elaborando nuovi concept progettuali sui temi più urgenti del territorio, locale e nazionale. Sono accolti scatti fotografici interessanti per sensibilizzare, documentare e ribellare. Per informazioni sulle nostre proposte progettuali contattare in privato info@knowarchitecture.it