Something to Revive
Righe d’Architettura come fossero Scatti fotografici. L’abbandono modifica le architetture così come i luoghi, gli uomini o gli oggetti. Le forme, non più legate agli obblighi di una funzione, trovano una libertà che assume, talvolta, la drammaticità della frattura o la calma senza tempo della rovina; altre volte, pilastri, capriate, cancelli, scoprono di poter dar vita a nuovi paesaggi in cui tutto ciò che è deterioramento o usura si tramuta in particolarità o valore e ciò che è collasso in nuovo ordine. Ogni architettura, è stato detto, presuppone la rovina, la cela dentro di sé, ma l’abbandono è già in qualche modo evidente nei tempi lunghi del cantiere quando ciò che sarà atrio, stanza o sala, rimane esposto, senza differenze, all’azione della pioggia e del vento, quando i getti non ancora protetti o i forati rotti e malamente accostati si striano del verde dell’umidità o della ruggine dei tondini, prima che intonaco o pavimenti cancellino pietosamente ogni traccia di precoce deterioramento e ripristinino una completezza temporanea. Alberto Ferlenga (IUAV – Venezia). Foto di Silvia Cassetta, Gibellina (Trapani) – Sicilia 2005 Foto di Michele de Candia, tra Ruvo e Altamura (Ba) – Puglia 2011 Foto di Lucia Pignataro, Trani (Bat) – Puglia 2010